Nasce il gemellaggio tra il museo del Tibet di Votigno e quello di Dharamsala
Aprile 2024
La visita del direttore Tenzin Topdhen, domenica scorsa, ha sancito un nuovo gemellaggio tra il Tibet Museum di Dharamsala, in India, e il museo della Casa del Tibet a Votigno, inaugurato 25 anni fa dal Dalai Lama. E Dharamsala è proprio la città dove dal 1959 vive in esilio la guida spirituale del Tibet.
La visita italiana di Topdhen ha permesso al giovane direttore tibetano di parlare in maniera approfondita della situazione attuale del Tibet e della sua cultura.
Accompagnato dal suo collaboratore e fotografo Tenzin Khetsun, Topdhen, a Roma, ha parlato l'11 aprile alla Sala Zuccari del Senato della Repubblica al gruppo interparlamentare per il Tibet e ha concluso il suo tour prima con una visita alla storica Rupe di Canossa per conoscere, dalla
voce di Mario Bernabei, le vicende della Contessa Matilde, per poi scendere nel vicino borgo medioevale di Votigno che ospita la Casa del Tibet, dove è arrivato nel primissimo pomeriggio di domenica per una conferenza pubblica.
«La cultura tibetana - ha affermato davanti a un folto pubblico - appartiene al mondo ed esprime valori e ideali universali. Grazie al Dalai Lama, al suo messaggio, alla sua saggezza e al suo esempio, l'intero popolo tibetano, più di sei milioni di persone, continua a lottare in maniera non violenta per conservare la sua identità, la sua religione e la sua cultura. Il Tibet Museum che ho l'onore di rappresentare, con gli oggetti donati da centinaia di tibetani, vuole testimoniare la verità sul Tibet ed è un fondamentale baluardo per salvare dalla scomparsa un cultura
preziosa e millenaria».

Topdhen ha anche parlato della situazione attuale del Tibet occupato: “con una continua repressione dei diritti umani, i bambini tibetani sono costretti a frequentare scuole dove si parla solo cinese e, senza nessuna autorizzazione, viene prelevato il loro sangue per analizzarne il dna”.
Rispondendo alle domande dei presenti, Topdhen ha riferito del «sempre più drammatico scioglimento del ghiaccio nell' altopiano tibetano, crivellato da miniere per lo sfruttamento del sottosuolo, e dove 500mila tibetani che da sempre hanno vissuto di pastorizia, come nomadi, nelle tende, sono stati spostati, con la forza, in case o in baracche di città cinesi».
«Inoltre, il controllo cinese dell'acqua con le dighe, costruite sui più importanti fiumi che nascono in Tibet, sta mettendo in pericolo la vita di più di un miliardo di abitanti dell'Asia», è la denuncia.
L'incontro è proseguito con la donazione, da parte della Casa del Tibet, di mille euro per l'educazione dei bambini tibetani delle scuole del TCV di Dharamsala e la consegna, per mano dell'avvocato Gianfranco Fusco di Bologna, del catalogo "Tibet Perduto"
con le 108 foto di Fosco Maraini, scattate in Tibet nel 1937 e 1948, per essere esposte nel Museo di Dharamsala.
Stefano Dallari, presidente della Casa della Tibet, che nel primo pomeriggio aveva fatto visitare all'ospite il Museo del Tibet, ha chiesto ufficialmente un gemellaggio fra il Museo di Votigno e quello di Dharamsala: «In un momento che non solo ci ricorda la visita storica del Dalai Lama nel 1999 - ha sottolineato - ma nel quale l'esempio tibetano della non violenza si scontra sempre di più con un mondo dominato dalle armi, con guerre pericolosissime per tutti».
«Sono rimasto molto colpito-ha risposto Topdhen dalla storia antica di Canossa, dove la Contessa Matilde ha saputo scongiurare una guerra col dialogo, e da questo borgo bellissimo con un Museo che, con oggetti unici, parla al mondo della nostra cultura e con i due tibetani residenti, testimoni della nostra storia. Vi ringrazio e vi invito a visitare il Museo di Dharamsala, che da oggi è unito a quello della Casa del Tibet di Votigno di Canossa, per una cultura di giustizia e di pace».